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I protagonisti di “Mare fuori” sono i ragazzi dell’Istituto Penale per Minori di Napoli. È qui che i protagonisti diventano adulti, costretti ad affrontare il carcere e le sue leggi, ma anche la paura di lasciare fuori, insieme al mare, anche i propri sogni. Ad affiancare i ragazzi nel loro percorso, ci sono la direttrice del carcere Paola (Carolina Crescentini) e il comandante Massimo (Carmine Recano), che con energia, cuore e disciplina li aiutano a mantenere vive le loro aspirazioni. “Mare fuori” è una storia positiva, che racconta di amicizia, amori, sogni ed emozioni. Una curiosità: la suggestiva ambientazione del carcere è stata integralmente ricostruita presso la base della Marina Militare del Molo San Vincenzo, grazie al lavoro del reparto scenografia della serie interamente campano, guidato dallo scenografo Antonio Farina.

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Approfondimenti e curiosità: le musiche

NOTA DEL COMPOSITORE – Stefano Lentini

“La musica di Mare Fuori è il frutto di tre storie parallele. Con Carmine (il regista) ho da subito discusso i tre mondi musicali che caratterizzano la narrazione. Il primo, la musica diegetica: ventisei scene in cui i protagonisti suonano il pianoforte. Il pianismo virtuoso di Filippo, pianista accademico e brillante e quello magnetico e improvvisato della talentuosa Naditza. Abbiamo deciso di lavorare interamente su un repertorio originale creato appositamente per inventare la musica “classica” di Filippo e quella di impronta più popolare di Nad. Per Filippo mi sono ispirato a Frederic Chopin, il compositore che in assoluto amo di più, per Naditza abbiamo evitato la naturale associazione con la musica zingara per andare in una direzione più vicina al minimalismo. L’idea era quella di rimanere eleganti, toccanti, struggenti. Il secondo mondo musicale è quello della musica “trap/rap”, la musica cioè dei ragazzi del carcere. Anche qui la decisione è stata inventare il “nostro” rap, senza seguire le mode del momento o i beat in voga. Ho lavorato sulle basi che poi ho condiviso con Raiz che ha scritto delle bellissime parole e linee melodiche. Così sono nate “Mare Fuori”, “Ddoje Mane” e “Tic Toc (Non è andata così)”, che sono delle storie dentro la storia. Ciascuna racconta momenti diversi e personaggi diversi: la ribellione al sistema della malavita di Carmine, il dramma di Ciro.
Infine la cosiddetta musica di commento: l’elemento più importante è nato da un’intuizione del regista che mi ha suggerito di ascoltare un brano di Gabriel Faurè per coro di voci bianche, da qui è nata l’idea di associare alla dimensione più cruenta della storia una musica che potesse elevare il dramma interiore di ogni personaggio portandolo ad un livello quasi sacro. Così è nata l’idea di procedere in controcanto sul dolore, sulle scene di sangue: ho lavorato con il Coro di Voci Bianche di Barcellona Pozzo di Gotto, un coro di bambini e ragazzi fenomenale che ha dato tantissimo al colore di questa colonna sonora. Un altro dei temi cardinali “Requiem del Mare” è nato dal bouzuki, lo strumento greco suonato da Mauro Pagani nel magnifico album di De Andrè “Crêuza de mä”.

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