#: locale=it ## Tour ### Description tour.description = Esplora i luoghi della serie con l'esperienza interattiva in realtà aumentata ### Title tour.name = L'Amica Geniale | Interactive Experience ## Skin ### Button Button_1B998D00_16C4_0505_41AD_67CAA4AAEFE0.label = LA SERIE Button_1B998D00_16C4_0505_41AD_67CAA4AAEFE0_mobile.label = LA SERIE Button_1B999D00_16C4_0505_41AB_D0C2E7857448.label = LOCATION Button_1B999D00_16C4_0505_41AB_D0C2E7857448_mobile.label = LOCATION Button_1B9A3D00_16C4_0505_41B2_6830155B7D52.label = FCRC Button_1B9A3D00_16C4_0505_41B2_6830155B7D52_mobile.label = FCRC Button_1B9A4D00_16C4_0505_4193_E0EA69B0CBB0.label = MAPPA Button_1B9A4D00_16C4_0505_4193_E0EA69B0CBB0_mobile.label = MAPPA Button_1B9A5D00_16C4_0505_41B0_D18F25F377C4.label = GALLERY Button_1B9A5D00_16C4_0505_41B0_D18F25F377C4_mobile.label = GALLERY Button_1B9A6D00_16C4_0505_4197_F2108627CC98.label = LOCATION Button_1B9A6D00_16C4_0505_4197_F2108627CC98_mobile.label = LOCATION Button_221B5648_0C06_E5FD_4198_40C786948FF0.label = lorem ipsum Button_221B5648_0C06_E5FD_4198_40C786948FF0_mobile.label = lorem ipsum Button_23F057B8_0C0A_629D_41A2_CD6BDCDB0145.label = Vai al sito FCRC Button_23F057B8_0C0A_629D_41A2_CD6BDCDB0145_mobile.label = vai al sito FCRC ### Multiline Text HTMLText_0B42C466_11C0_623D_4193_9FAB57A5AC33.html =
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FILM COMMISSION
REGIONE CAMPANIA
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LA MISSION DELLA FCRC E'
PROMUOVERE LA CAMPANIA
PER LA REALIZZAZIONE DI FILM, SERIE TV, SPOT,ETC.
RAFFORZANDO LA VISIBILITà DELLA LOCATION ED ECCELLEnZE ARTISTICHE


I nostri servizi sono gratuiti e sono mirati all’abbattimento di costi di produzione, all’ottenimento di agevolazioni, alla riduzione dei tempi di attesa e semplificazione delle procedure per l’ottenimento di permessi.


Con la Legge Regionale n. 30 “Cinema Campania” la Regione Campania ha reso stabile il sistema di sostegno ed incentivi alla produzione audiovisiva in Campania. Per il 2017 con le risorse provenienti dal POC 2014 – 2020 è stato stanziato un primo fondo di 4 milioni di euro a sostegno delle produzioni audiovise di cui 3 destinati a cinema e fiction televisive e un milione a documentari, cortometraggi e prodotti per il web. Con questo fondo sono stati finanziati circa 60 progetti tra i 135 pervenuti in risposta al bando.
In aggiunta a questo fondo, inoltre, l’attuazione della Legge Regionale n 30, tramite il Programma Triennale ed il Piano Operativo annuale, prevede ulteriori stanziamenti di risorse pari a complessivi 5 milioni di euro annui per il 2017 ed il 2018, per interventi in favore della produzione, della promozione e dell’esercizio. Di questi 5 milioni circa 2 sono destinati alla produzione di opere con opere con spiccate caratteristiche di interesse regionale, sia per contenuti che per coinvolgimento di produzioni, autori e componenti del cast e della troupe del comparto regionale campano.
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LA MISSION DELLA FCRC E'
PROMUOVERE LA CAMPANIA
PER LA REALIZZAZIONE DI FILM, SERIE TV, SPOT,ETC
RAFFORZANDO LA VISIBILITà DELLA LOCATION ED ECCELLEnZE ARTISTICHE
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location


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Mauris aliquet neque quis libero consequat vestibulum. Donec lacinia consequat dolor viverra sagittis. Praesent consequat porttitor risus, eu condimentum nunc. Proin et velit ac sapien luctus efficitur egestas ac augue. Nunc dictum, augue eget eleifend interdum, quam libero imperdiet lectus, vel scelerisque turpis lectus vel ligula. Duis a porta sem. Maecenas sollicitudin nunc id risus fringilla, a pharetra orci iaculis. Aliquam turpis ligula, tincidunt sit amet consequat ac.
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La serie evento dell’anno


La realizzazione de L’amica geniale è stata la sfida produttiva più impegnativa e più entusiasmante che il nostro territorio abbia mai visto.


L’ambizione, dichiarata dalla compagine produttiva internazionale e dall’autore Saverio Costanzo, di restituire in maniera realistica volti, luoghi e atmosfere della Napoli degli anni ’50, ha richiesto una mobilitazione di risorse ed energie e professionalità senza precedenti sia da parte del comparto locale, intensamente coinvolto nelle lavorazioni, sia da parte delle istituzioni locali a partire dalla Regione Campania che oltre al sostegno economico, ha garantito sostegno organizzativo attraverso i servizi della FCRC.


L’imponente lavoro – iniziato già nei primi mesi del 2017 – per l’individuazione dell’area e la costruzione di un set di 20 mila metri quadrati, ha richiesto una lunga attività di ricerca e preparazione in cui la FCRC ha accompagnato i reparti di produzione e scenografia. Il Rione Luzzatti, quartiere operaio della periferia di Napoli e principale ambientazione della serie, è stato riportato al suo aspetto degli anni ’50 in un meticoloso lavoro di ricostruzione – comprendente 14 palazzine, 5 set di interni, una chiesa e un tunnel – sulla superfice di un’ex area industriale alle porte di Caserta. Altrettanto impegnative e capillari sono state le attività di casting. In circa 8 mesi sono stati provinati quasi 9000 bambini e 500 adulti da tutta la Campania, attori professionisti e non professionisti..


La Produzione:
Regia: Saverio Costanzo
Produzione: Serie HBO-RAI FICTION e TIMVISION, prodotta da Mauro Gianani e Lorenzo Mieli per Wildside e da Domenico Procacci per Fandango, in collaborazione con RAI FICTION, TIMVISION e HBO Entertainment e in co-produzione con Umedia. Distribuzione internazionale Freemantle in collaborazione con Rai Com.
Location: Napoli, Caserta
Attori protagonisti: Ludovica Nasti (Lila bambina), Elisa Del Genio (Elena bambina), Gaia Girace (Lila adolescente), Margherita Mazzucco (Elena adolescente)
Direttore della fotografia: Fabio Ciacnchetti
Scenografia: Gianfranco Basili
Costumi: Antonella Cannorozzi
Fotografo di scena: Edoardo Castaldo
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LA SERIE EVENTO DELL'ANNO
La realizzazione de L’amica geniale è stata la sfida produttiva più impegnativa e più entusiasmante che il nostro territorio abbia mai visto.


L’ambizione, dichiarata dalla compagine produttiva internazionale e dall’autore Saverio Costanzo, di restituire in maniera realistica volti, luoghi e atmosfere della Napoli degli anni ’50, ha richiesto una mobilitazione di risorse ed energie e professionalità senza precedenti sia da parte del comparto locale, intensamente coinvolto nelle lavorazioni, sia da parte delle istituzioni locali a partire dalla Regione Campania che oltre al sostegno economico, ha garantito sostegno organizzativo attraverso i servizi della FCRC.


L’imponente lavoro – iniziato già nei primi mesi del 2017 – per l’individuazione dell’area e la costruzione di un set di 20 mila metri quadrati, ha richiesto una lunga attività di ricerca e preparazione in cui la FCRC ha accompagnato i reparti di produzione e scenografia. Il Rione Luzzatti, quartiere operaio della periferia di Napoli e principale ambientazione della serie, è stato riportato al suo aspetto degli anni ’50 in un meticoloso lavoro di ricostruzione – comprendente 14 palazzine, 5 set di interni, una chiesa e un tunnel – sulla superfice di un’ex area industriale alle porte di Caserta. Altrettanto impegnative e capillari sono state le attività di casting. In circa 8 mesi sono stati provinati quasi 9000 bambini e 500 adulti da tutta la Campania, attori professionisti e non professionisti.


LA PRODUZIONE:
Regia: Saverio Costanzo
Produzione: Serie HBO-RAI FICTION e TIMVISION, prodotta da Mauro Gianani e Lorenzo Mieli per Wildside e da Domenico Procacci per Fandango, in collaborazione con RAI FICTION, TIMVISION e HBO Entertainment e in co-produzione con Umedia. Distribuzione internazionale Freemantle in collaborazione con Rai Com.
Location: Napoli, Caserta
Attori protagonisti: Ludovica Nasti (Lila bambina), Elisa Del Genio (Elena bambina), Gaia Girace (Lila adolescente), Margherita Mazzucco (Elena adolescente)
Direttore della fotografia: Fabio Ciacnchetti
Scenografia: Gianfranco Basili
Costumi: Antonella Cannorozzi
Fotografo di scena: Edoardo Castaldo
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la mappa dei set
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la mappa dei set
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TUTTI I SET DELLA SERIE
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LE LOCATION:
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I nostri servizi sono gratuiti e sono mirati all’abbattimento di costi di produzione, all’ottenimento di agevolazioni, alla riduzione dei tempi di attesa e semplificazione delle procedure per l’ottenimento di permessi.


Con la Legge Regionale n. 30 “Cinema Campania” la Regione Campania ha reso stabile il sistema di sostegno ed incentivi alla produzione audiovisiva in Campania. Per il 2017 con le risorse provenienti dal POC 2014 – 2020 è stato stanziato un primo fondo di 4 milioni di euro a sostegno delle produzioni audiovise di cui 3 destinati a cinema e fiction televisive e un milione a documentari, cortometraggi e prodotti per il web. Con questo fondo sono stati finanziati circa 60 progetti tra i 135 pervenuti in risposta al bando.
In aggiunta a questo fondo, inoltre, l’attuazione della Legge Regionale n 30, tramite il Programma Triennale ed il Piano Operativo annuale, prevede ulteriori stanziamenti di risorse pari a complessivi 5 milioni di euro annui per il 2017 ed il 2018, per interventi in favore della produzione, della promozione e dell’esercizio. Di questi 5 milioni circa 2 sono destinati alla produzione di opere con opere con spiccate caratteristiche di interesse regionale, sia per contenuti che per coinvolgimento di produzioni, autori e componenti del cast e della troupe del comparto regionale campano.
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L’area, dove un tempo scorreva il fiume Sebeto, è stata bonificata su proposta di Emanuele Gianturco, deputato e più volte ministro, tra il 1914 e il 1925. Gli edifici sono stati finanziati tramite l’Istituto autonomo case popolari di Napoli. Il rione infatti prende nome da Luigi Luzzatti, ministro che propose la legge 251/1903 per dare il via alla costruzione delle case popolari. Il rione nasce già con i tipici parchi, che gli abitanti chiameranno ‘cancelli’, fatti da palazzi di tufo giallo, dotati di scantinati con quei passaggi d’aria che Lila e Lenù usano per giocare nella ormai celebre sequenza della bambola e della prova di coraggio.
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Il palazzo – oggi sede della Prefettura di Napoli – chiude a nord l’odierna piazza del Plebiscito. L’edificio venne concepito nel ridisegno del largo di Palazzo per la costruzione del Foro. Dopo interminabili discussioni e continui ritardi, emerse la necessità di demolire anche l’isolato a ridosso di via Chiaia, per ottenere un pendant simmetrico con il preesistente palazzo Acton – oggi palazzo Salerno – ristrutturato per l’occasione in stile neoclassico e destinato a sede dei ministeri di Stato.
Un disegno che unisce qualità formali, nella geometria della piazza, e requisiti funzionali, con la sistemazione dei ministeri nel Foro. Nel 1812 Leopoldo Laperuta e Antonio De Simone furono gli architetti incaricati del disegno del palazzo e alcune modifiche di pianta furono apportate dallo stesso ministro, il duca di Gallo Marzio Mastrilli.
I lavori avanzarono con gran celerità: alla fine del 1814 il piano terra era già costruito, iniziavano le prime opere di rifinitura e fu aperta la strada di comunicazione tra il Foro e via Chiaia, ancora oggi dedicata a Carolina Bonaparte. Con la fine del regno murattiano, se i lavori della piazza furono sospesi per subire una radicale trasformazione, quelli al palazzo proseguirono senza modifiche di rilievo fino al suo completamento nel 1818. Al rientro dei Borbone la struttura del palazzo era giunta al primo piano e alcune botteghe sul fronte stradale erano già pronte per uso commerciale.
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L’avvento sul trono di Carlo di Borbone segna un momento significativo per la storia del seicentesco palazzo vicereale, che divenne finalmente reale, pur rivelandosi impreparato ad accogliere un sovrano. Già verso il 1730, dopo una serie di interventi che per oltre un secolo avevano caratterizzato l’impianto originario, i viceré austriaci, preoccupati di una nuova guerra, abbandonarono ogni iniziativa sul palazzo per concentrare le risorse economiche sui preparativi militari. Nel 1734, il Palazzo Reale versava in uno stato di abbandono, tanto che, per renderlo abitabile, fu necessario ricorrere all’affitto di arredi e suppellettili presso l’aristocrazia locale. Carlo attuò subito un rapido programma di ampliamento e rinnovamento degli spazi interni, spinto sia dalla necessità di accogliere una corte degna di una capitale e disporre di spazi da destinare alle attività amministrative, politiche e di governo, sia dalla volontà di lasciare il segno della nuova monarchia, con i migliori auspici per la corona borbonica.Gli interventi riguardarono la realizzazione del “quarto” (appartamento) per il maggiordomo maggiore (1734) e la costruzione della nuova ala residenziale (1737), il cosiddetto Braccio Nuovo – oggi sede della Biblioteca Nazionale –, nonché la decorazione pittorica e la fornitura di arredi, molti dei quali provenienti dalla ricca raccolta Farnese, che qui giunse in deposito dall’eredità dalla madre Elisabetta, la regina di Spagna. Nel 1745, su progetto dell’ingegnere Biase De Lellis, fu prolungato il Belvedere, il terrazzo panoramico sito sul lato meridionale del palazzo con il giardino pensile, che dà nome al lungo cortile e caratterizza il fronte a mare. Pochi sono gli elementi di arredo di questo periodo ancora presenti, tra cui segnaliamo una coppia di poltrone di Gennaro Arata e uno sgabello a zampa di leone (sala XX), oltre a orologi e ceramiche di Capodimonte che dovevano arricchire gli ambienti con soffitti rococò, rivestiti di foglie d’oro e articolate decorazioni in stucco. Non si riscontra altrettanto interesse per quel che restava del vecchio parco all’italiana, poi in parte occupato dal Teatro di San Carlo e dal Braccio Nuovo. Nonostante il prolungamento di oltre 70 metri del terrazzo del Belvedere e la sistemazioni di giardini pensili, i giardini del palazzo più che quelli di una reggia appariranno a lungo aree verdi frammentarie realizzate in epoche diverse, mentre Carlo indirizzerà le sue attenzioni alle architetture di parchi e giardini verso i siti reali.Nei primi anni Cinquanta, date le gravi condizioni statiche in cui versava il portico della facciata principale, si resero necessari dei lavori di consolidamento. Nel 1753, su progetto di Luigi Vanvitelli, furono rafforzate le fondazioni del portico e murate alternativamente otto delle sedici arcate. Con la partenza di Carlo per la Spagna (1759), la corte borbonica si occupò principalmente del completamento delle opere già avviate dal sovrano.
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Il palazzo fu eretto dall'architetto Francesco Securo alla fine del XVIII secolo sull'area occupata dal monastero di S. Croce di Palazzo. Un ricordo dell'antico monastero è rimasto nella dedicazione della cappella del palazzo che è ancora intitolata alla S. Croce. Il solenne edifico neoclassico è oggi sede del Comando Logistico Sud dell'Esercito. Il nome di palazzo Salerno deriva dall'essere stato, nell'Ottocento, residenza di Leopoldo di Borbone, principe di Salerno.
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L’area, dove un tempo scorreva il fiume Sebeto, è stata bonificata su proposta di Emanuele Gianturco, deputato e più volte ministro, tra il 1914 e il 1925. Gli edifici sono stati finanziati tramite l’Istituto autonomo case popolari di Napoli. Il rione infatti prende nome da Luigi Luzzatti, ministro che propose la legge 251/1903 per dare il via alla costruzione delle case popolari. Il rione nasce già con i tipici parchi, che gli abitanti chiameranno ‘cancelli’, fatti da palazzi di tufo giallo, dotati di scantinati con quei passaggi d’aria che Lila e Lenù usano per giocare nella ormai celebre sequenza della bambola e della prova di coraggio.
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Piazza del Plebiscito (già largo di Palazzo o Foro Regio) è una piazza di Napoli posizionata a termine di via Toledo, non appena oltrepassata piazza Trieste e Trento. Ubicata nel centro storico, tra il lungomare e via Toledo, con una superficie di circa 25 000 metri quadrati la piazza si presenta come una delle più grandi della città e d'Italia. L'attuale nome della piazza fu scelto dopo che il plebiscito del 21 ottobre 1860 decretò l'annessione del Regno delle due Sicilie al Regno di Sardegna.
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Nell'ambito della riqualificazione dell'area delle 'fosse del grano' rientrò anche il progetto (1869), dovuto agli architetti Nicola Breglia e Giovanni De Novellis, di costruzione della Galleria Principe di Napoli. La galleria, costruita tra il 1876 e il 1883, presenta una leggiadra copertura in ferro e vetro, piuttosto precoce rispetto agli anni in cui fu realizzata, e che quasi contrasta con la ricca ornamentazione in stucco delle superfici murarie sottostanti.
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La sede centrale dell'ateneo federiciano si erge lungo corso Umberto in un edificio in stile neobarocco che tra il 1893 ed il 1896 subì un'opera di sistemazione e ampliamento; il progetto fu redatto dall'ing. Guglielmo Melisburgo e ing. Paolo Quaglia. La sede centrale, come è comunemente e diffusamente chiamata in ambito universitario, sorge a ridosso del complesso dei gesuiti, tuttavia la nuova costruzione non venne isolata dal complesso retrostante in quanto gli architetti la posero in collegamento con le sedi preesistenti alle sue spalle tramite il cosiddetto Scalone della Minerva,(nel cortile del Palazzo dell'Università). Tra il 1896 ed il 1910 vennero alla luce alcuni resti archeologici: una cinta muraria greca del V. sec a.C. e quella di epoca romana. Il complesso è composto da tre edifici posti a C collegati tra loro da passaggi con colonne e al centro da uno scalone che porta al complesso del collegio dei Gesuiti. L'edificio, posto su un terreno di natura acquitrinosa; la muratura superiore è in pietra di tufo.
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Il corso Umberto I (conosciuto anche come Rettifilo) è una delle più recenti strade storiche di Napoli. Lunga 1,3 chilometri, costituisce una fondamentale arteria che collega il centro della città alla stazione ferroviaria. La strada inizia da piazza Giovanni Bovio (già "piazza della Borsa") e prosegue dritto fino a piazza Garibaldi, dove si trova la stazione di Napoli Centrale (chiamata un tempo "piazza della Ferrovia"), oltrepassando piazza Nicola Amore. Quest’ultima venne intitolata al sindaco che fu l'artefice dei lavori del cosiddetto risanamento, in seguito ai quali furono sventrati interi rioni e demoliti edifici, anche di grosso pregio artistico o di valore religioso, per fare posto ai moderni palazzi attualmente visibili.
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La porta fu creata dal vicerè Antonio Alvarez D'Alba di Toledo nel 1625, sfondando l'antico torrione angioino rimasto dopo l'ampliamento delle mura voluto da Don Pedro. Il varco si rese necessario per mettere in comunicazione il quartiere dell'Avvocata, borgo extraurbano densamente popolato, con la zona interna delle mura cittadine. La Porta prese il nome dal vicerè D'Alba ma fu comunemente chiamata porta Sciuscella. L'architetto Pompeo Lauria ricevette la commissione per la costruzione dell'opera mentre Mattia Preti nel 1656 decorò la porta con gli affreschi della Vergine con San Gennaro e San Gaetano e la scena dei moribondi appestati.
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Armonicamente inserito in pieno centro antico, nel caratteristico dedalo dei cardi e decumani che testimoniano dell’impianto urbanistico a “castrum” della città romana, l’ edificio fu iniziato su disegno di Francesco Grimaldi nel 1610 dal cardinale Francesco Buoncompagni. Tre anni dopo, però, Grimaldi moriva e G. Giacomo di Conforto rielaborava i progetti e proseguiva i lavori assistito dagli architetti Agostino Pepe, Pietro Di Marino e Bartolomeo Picchiatti, che disegnò il campanile. I lavori durarono ventidue anni e terminarono nel 1649; il complesso fu consacrato dal cardinale Ascanio Filomarino che lo assegnò ai conventuali Padri teatini.
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Piazza dei Martiri è una piazza di Napoli, situata nella zona storica della città nel quartiere Chiaia, a breve distanza dal lungomare. Il monumento posto al centro della piazza è costituito da una colonna che già esisteva nel periodo borbonico, quando la piazza prendeva il nome di piazza della Pace. Sulla sommità si erge una statua di Emanuele Caggiano che simboleggia la "virtù dei martiri" e che sostituì la precedente statua della Madonna della Pace.
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L’area, dove un tempo scorreva il fiume Sebeto, è stata bonificata su proposta di Emanuele Gianturco, deputato e più volte ministro, tra il 1914 e il 1925. Gli edifici sono stati finanziati tramite l’Istituto autonomo case popolari di Napoli. Il rione infatti prende nome da Luigi Luzzatti, ministro che propose la legge 251/1903 per dare il via alla costruzione delle case popolari. Il rione nasce già con i tipici parchi, che gli abitanti chiameranno ‘cancelli’, fatti da palazzi di tufo giallo, dotati di scantinati con quei passaggi d’aria che Lila e Lenù usano per giocare nella ormai celebre sequenza della bambola e della prova di coraggio.
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Il Caffè Gambrinus è arredato in stile liberty e conserva al suo interno importanti opere della fine dell'Ottocento realizzate da artisti napoletani: tra queste alcune di Gabriele D'Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti. Fondato nel 1860, dall'imprenditore Vincenzo Apuzzo, il caffè fu apprezzatissimo da scrittori, letterati e dalla popolazione di ogni ceto sociale; ottenne la benevolenza della famiglia reale tanto da essere riconosciuto come fornitore ufficiale della casa reale. Ancora oggi è uno dei luoghi simbolo della città nonchè tra i più frequentati sia dagli intellettuali (come da antica consuetudine), che da Napoletani e turisti.
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Nella splendida cornice di piazza del plebiscito ci sono due possenti statue equestri che rappresentano Carlo III di Borbone e di suo figlio Ferdinando I.
Esse furono commissionate per celebrare il ritorno della dinastia borbonica dopo la parentesi napoleonica. La prima è opera di Antonio Canova che fra il 1816 ed il 1822, la seconda, vede per quel che riguarda il cavallo l'effettiva attribuzione al Canova , mentre il re che lo cavalca fu scolpito dall'allievo Antonio Calì.
In effetti la statua di Carlo Borbone a cavallo non era a lui destinata ed originariamente rappresentava Napoleone. Viene commissionata al Canova da Giuseppe Bonaparte, re di Napoli. L’avvento di Ferdinando di Borbone fu più veloce del completamento della statua del "nemico". Chiunque, al posto di Ferdinando, l’avrebbe fatta distruggere ma lui ritenne di utilizzare il cavallo e incaricò Righetti di sostituire il cavaliere. Accade così che Carlo III, padre di Ferdinando, si ritrovò sul cavallo di Napoleone. Pochi anni più tardi anche Ferdinando volle tener compagnia al padre, incaricò infatti il Canova di riprodurlo in una posizione analoga. Ma Canova muore riuscendo a finire solo il cavallo Ferdinando non si scoraggiò e, con un concorso vinto da Antonio Calì, fece ultimare la statua. Dal 1829 Carlo e Ferdinando siedono sui cavalli del Canova, posizionati nei due fuochi dell’ellisse formata dal colonnato.
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Nella splendida cornice di piazza del plebiscito ci sono due possenti statue equestri che rappresentano Carlo III di Borbone e di suo figlio Ferdinando I.
Esse furono commissionate per celebrare il ritorno della dinastia borbonica dopo la parentesi napoleonica. La prima è opera di Antonio Canova che fra il 1816 ed il 1822, la seconda, vede per quel che riguarda il cavallo l'effettiva attribuzione al Canova , mentre il re che lo cavalca fu scolpito dall'allievo Antonio Calì.
In effetti la statua di Carlo Borbone a cavallo non era a lui destinata ed originariamente rappresentava Napoleone. Viene commissionata al Canova da Giuseppe Bonaparte, re di Napoli. L’avvento di Ferdinando di Borbone fu più veloce del completamento della statua del "nemico". Chiunque, al posto di Ferdinando, l’avrebbe fatta distruggere ma lui ritenne di utilizzare il cavallo e incaricò Righetti di sostituire il cavaliere. Accade così che Carlo III, padre di Ferdinando, si ritrovò sul cavallo di Napoleone. Pochi anni più tardi anche Ferdinando volle tener compagnia al padre, incaricò infatti il Canova di riprodurlo in una posizione analoga. Ma Canova muore riuscendo a finire solo il cavallo Ferdinando non si scoraggiò e, con un concorso vinto da Antonio Calì, fece ultimare la statua. Dal 1829 Carlo e Ferdinando siedono sui cavalli del Canova, posizionati nei due fuochi dell’ellisse formata dal colonnato.
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Fondato nel 1737 per volontà di Carlo III di Borbone, su progetto di G.A. Medrano e A. Carasale, il Teatro San Carlo è il più antico teatro lirico d’Europa nel quale hanno visto la luce i più grandi capolavori della Scuola musicale napoletana del Settecento e dell’Ottocento e molta parte della produzione rossiniana e donizettiana. Per la sua peculiare storia artistica e architettonica il Teatro è uno dei monumenti-simbolo della città.
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La basilica, che domina su Piazza del Plebiscito di Napoli, è un celebre esempio dell’arte neoclassica italiana, capolavoro dell’architetto Pietro Bianchi. I lavori iniziarono nel 1816, venne inaugurata nel 1836 da Papa Gregorio XVI, che le conferì il titolo di Basilica Pontificia, ma il completamento avvenne solo nel 1847. La struttura di forma circolare, ispirata al celeberrimo Pantheon di Roma, è sormontata da tre cupole: quella centrale è alta 53 metri. Notevolmente suggestivo è il colonnato corinzio che abbraccia l’ampia piazza antistante. Sotto la basilica è situato un ipogeo esteso per oltre 1 km2.
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### Title window_037B0BE8_1794_82C6_4187_BED4D242C2B2.title = Basilica di San Francesco di Paola window_038B1DA2_1BAF_70CD_4143_77F99E2307F8.title = RIONE LUZZATTI window_042F8353_178D_83CA_41B0_90532A31472C.title = Fedinando I di Borbone window_047596C0_178C_82C6_4158_9C5E63E67300.title = Carlo III di Borbone window_058A644E_179C_85DA_41A3_F8C0B5B22675.title = Piazza Del Plebiscito window_20783B30_1D97_71CD_419E_C2DD168C8B04.title = Università Federico II window_21C59C4C_1D92_F055_41AA_7E823A969073.title = Corso Umberto I window_4D72CE43_1DB2_9053_41AC_FA352945AD5D.title = Piazza Dei Martiri window_5C2351C6_1D9E_9055_41A7_151B6B56CEDE.title = Galleria Principe window_7100900E_1D92_AFD5_41AE_D3B16A10EA45.title = Palazzo Salerno window_752B61E1_1D92_B04F_41A1_683D3DF237F8.title = Liceo Artistico di Napoli window_75E63291_1D9E_B0CF_41BC_B074725CF576.title = Caffè Gambrinus window_75FF9CB6_1D9D_B035_41BB_EE1DB46D0EDC.title = Palazzo Reale window_762CB299_1D92_B0FF_4192_FBDCA7C1DBF2.title = RIONE LUZZATTI window_76B6D899_1D9F_90FF_41A7_B5CCB4768654.title = RIONE LUZZATTI window_76D97A3C_1D93_9035_41B1_138877288214.title = Port'Alba window_77DB0A63_1D92_9053_4192_542533A4CBDE.title = Palazzo Della Prefettura window_7BAB42AB_1D9D_90D3_41B2_D601A06FE3E9.title = Teatro San Carlo ## Hotspot ### Tooltip HotspotPanoramaOverlayArea_0286E921_177C_8F46_41AE_B32716CE4DBE.toolTip = Guarda la Scena ## Action ### URL LinkBehaviour_652847E3_1DB5_B053_41A4_BDE322489E3B.source = http://fcrc.it/ LinkBehaviour_6DCE3CC5_1D96_B057_41A0_9747C6F73ECB.source = https://fcrc.it/ ## E-Learning ### Score Name score1.label = Score 1 ### Question Screen quizQuestion_47FEF4EE_52A4_E229_41C6_4C1CD2DBA042.ok = OK ### Report Screen quizScore_47FC94EF_52A4_E227_41C0_1E5852DB5462.completion = Completed quizScore_47FC94EF_52A4_E227_41C0_1E5852DB5462.downloadCSV = Download .csv quizScore_47FC94EF_52A4_E227_41C0_1E5852DB5462.elapsedTime = Time quizScore_47FC94EF_52A4_E227_41C0_1E5852DB5462.items = Items Found quizScore_47FC94EF_52A4_E227_41C0_1E5852DB5462.questions = Questions quizScore_47FC94EF_52A4_E227_41C0_1E5852DB5462.questionsCorrect = Correct quizScore_47FC94EF_52A4_E227_41C0_1E5852DB5462.questionsIncorrect = Incorrect quizScore_47FC94EF_52A4_E227_41C0_1E5852DB5462.repeat = Repeat quizScore_47FC94EF_52A4_E227_41C0_1E5852DB5462.submitToLMS = Submit quizScore_47FC94EF_52A4_E227_41C0_1E5852DB5462.title = - SCORE - ### Timeout Screen quizTimeout_47FEF4ED_52A4_E22B_41CE_E5F231840124.repeat = Repeat quizTimeout_47FEF4ED_52A4_E22B_41CE_E5F231840124.score = View Score quizTimeout_47FEF4ED_52A4_E22B_41CE_E5F231840124.title = - TIMEOUT -