Qui rido io
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- Napoli, Portici, Roma
- Biografico, Commedia, Drammatico
- 9 Settembre 2021
- Mario Martone
- Toni Servillo, Maria Nazionale, Cristiana dell’Anna, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta, Lino Musella, Roberto De Francesco, Paolo Pierobon, Roberto Caccioppoli, Lucrezia Guidone, Giovanni Mauriello, Gianfelice Imparato, Iaia Forte, Benedetto Casillo, Francesco di Leva, Nello Mascia
- Renato Berta
- Sergio Bruni
- Giancarlo Muselli, Carlo Rescigno
- Ursula Patzak
- Indigo Film, Rai Cinema, Tornasol
- David di Donatello per miglior attore non protagonista a Eduardo Scarpetta, Nastro d’argento al miglior regista a Mario Martone, Nastro d’argento alla miglior sceneggiatura a Mario Martone e Ippolita Di Majo
Dettagli
All’inizio del XX secolo, nella vibrante Napoli della Belle Époque, Eduardo Scarpetta, celebre attore e commediografo, raggiunge l’apice del successo teatrale. Il suo personaggio, Felice Sciosciammocca, ha surclassato Pulcinella come maschera distintiva di Napoli, e le commedie di Scarpetta godono di un successo straordinario. La vita di Eduardo si snoda tra il palco e un intricato mondo familiare composto da mogli, amanti e figli, legittimi e illegittimi. Con Rosa De Filippo, sua moglie, ha tre figli: Maria, Vincenzo e Domenico (riconosciuto da Eduardo, ma in realtà figlio del re Vittorio Emanuele II). Con Luisa, nipote di Rosa, ha invece avuto Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, mantenuti da lui e che lo considerano uno zio, consapevoli della loro vera parentela. Vincenzo, Eduardo e Titina, fin da giovani, si dedicano al teatro, alternandosi nella parte di Peppeniello in “Miseria e nobiltà”. Emergono i talenti dei due ragazzi: Vincenzo, destinato ad ereditare la compagnia e il personaggio di Felice Sciosciammocca, sente il peso di questo ruolo, mentre Eduardo, già abile attore e commediografo da giovane, soffre per il mancato riconoscimento del padre.
Un giorno, a Roma, Scarpetta assiste a una rappresentazione de “La figlia di Iorio”, un dramma di Gabriele D’Annunzio, decidendo di realizzarne una parodia comica. Nonostante l’opposizione di Rosa, Eduardo scrive il copione e si reca in Toscana per ottenere il consenso di D’Annunzio. Quest’ultimo sembra favorevole, ma concede solo un ambiguo assenso verbale. Durante la prima rappresentazione, un gruppo di intellettuali vicini a D’Annunzio protesta contro Scarpetta, accusandolo di plagiare il dramma originale per screditare il poeta. Costretto a interrompere la recita, Eduardo affronta una causa legale con la Società Italiana degli Autori ed Editori, che avrà ripercussioni sulla sua vita artistica e personale.
Eduardo cerca il sostegno dei giovani intellettuali napoletani come Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio ed Ernesto Murolo, organizzando feste a Villa La Santarella. Tuttavia, ciò intensifica le antipatie verso di lui, considerando il teatro scarpettiano troppo popolare. L’unico a schierarsi a suo favore è Benedetto Croce, che lo aiuta nella vicenda giudiziaria. Nel frattempo, la famiglia di Eduardo affronta nuove sfide: Peppino, tornato a vivere con la madre e i fratelli, si scontra con la forte personalità dello zio/padre; Luisa rimane incinta, ma la bambina nasce morta. A Napoli, con l’apertura del Salone Margherita e l’avvento del cinema, la commedia viene messa da parte. Eduardo deve sopportare il tradimento di Gennaro Pantalena, amico e collega, che abbandona la sua compagnia per recitare in “Assunta Spina” di Salvatore di Giacomo. Suo figlio Vincenzo vuole intraprendere la carriera cinematografica, generando un forte conflitto tra padre e figlio.
Durante l’udienza, Eduardo offre uno spettacolo comico, difendendo il suo diritto alla satira e mettendo in ridicolo D’Annunzio e gli accusatori. Nonostante l’assoluzione in tribunale, la vittoria non basta a rasserenare Eduardo. Pochi mesi dopo, si ritira dalle scene, lasciando a Vincenzo la guida della compagnia. I fratelli De Filippo diventano i principali attori napoletani del XX secolo, e Eduardo, in particolare, si afferma come uno dei commediografi più influenti al mondo.